venerdì 12 ottobre 2012

12 Ottobre 2012

Il settore mobile e' quello che risulta piu' a rischio, secondo il report stilato dall' Agenzia Europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA). Nel documento reso pubblico sono stilati tutti i dettagli tecnici dei 51 casi di "malfunzionamento tecnico": dei 29 paesi presi in esame durante il periodo del 2011 solo 9 paesi hanno dichiarato di non aver avuto problemi, mentre 11 paesi hanno affrontato "problemi interni" e altri 9 devono ancora implementare il sistema di rilevazione.
I danni riportati dai paesi implicavano anche la momentanea interruzione dei servizi, tutti riguardanti sei categorie in particolare, dalla telefonia (fissa e mobile) passando per i servizi di messaggistica ed email; nel report sono riportati inoltre tutte le tipologie dei disservizi, tra cui spuntano anche le "vendette personali" degli ex-dipendenti delle aziende di telecomunicazioni.

Il fair-use angloassone e' ampiamente applicato nell'opera di digitalizzazione portata avanti da Google Books e da vari atenei statunitensi, come la Cornell University. A deciderlo e' stato il giudice che si occupava del caso sollevato dalla Authors'Guild, l'associazione americana degli scrittori che non giudicava corretto il lavoro svolto da un'organizzazione, la HathiTrust gestita dall'Universita' del Michigan, volto proprio alla digitalizzazione di 10 milioni di opere (di cui il 73% soggetto a vincoli di copyright).
A convincere pienamente il giudice di New York della sua decisione e' stato il testo di legge Americans With Disabilities Act (ADA), volto a tutelare i cittadini disabili consentendo loro di consultare i contenuti delle biblioteche nel corso dei loro studi.
L'utilizzo della versione elettronica delle opere rientra pienamente nel concetto di fair use.

IL Governo Inglese e' leggermente arrabbiato con Facebook per via della "scappatoia fiscale" utilizzata dal colosso informatico, ovvera far passare la maggior parte delle operazioni finanziarie sul suolo irlandese dove le trattenute d'imposta solo piu' basse rispetto al Regno Unito; in definitva la piattaforma ha sganciato solo 238mila sterline (280mila euro) invece di 175 milioni di sterline, ovvero 220 milioni di euro.
Per il Governo Inglese questa operazione corrisponderebbe al "guidare una macchina senza pagarne il bollo".


lunedì 1 ottobre 2012

Telesorveglianza americana, scisma digitale Iraniano e pulizie di Mountain View

Il grande occhio degli Stati Uniti si allarga, specialmente nel settore delle telecomunicazioni. I dati riportati dalle varie agenzie statunitensi parlando di un aumento della telesorveglianza del 361% dal 2009 al 2011, e l'ultimo episodio che ha scatenato l'opinione pubblica è stata la mole di documenti che il Department of Justice (DoJ) ha consegnato agli attivisti di American Civil Liberties Union (ACLU), documenti richiesti da quest'ultimi come diritto acquisito dalle predisposizioni legislative del Freedom of Information Act; da notare come lo stesso governo di Washington non abbia resi pubblici i dati contenuti nei documenti del Dipartimento di Giustizia nel 2011.
D'altro canto, chi si occupa appunto di intercettazioni sottolinea l'importanza cruciale di questi dati nella lotta al terrorismo.

E l'Iran probabilmente non verrà mai realizzata la possibilità di un'occhio "personalizzato", in quanto il progetto dello scisma digitale sarà spostato a tempo indeterminato. I motivi per cui il paese arabo vuole disconnettersi dalla rete globale sono molteplici: si spazia dai motivi culturali - come mostrato dai 14 minuti di Innocence of Muslim postati su Youtube - ai motivi politici: come dimenticarsi di StuxNet, il virus infiltratosi nella rete iraniana per creare non pochi problemi agli ingegneri nucleari e, di conseguenza, all'intero progetto del nucleare iraniano?
Inoltre, come afferma Hussein Garrousi, membro della commissione parlamentare per le attività industriali, lo scisma digitale verrebbe notevolmente ostacolato dagli oltre 34 milioni di citizien iraniani.

Nel frattempo arie di pulizie per Google, che porta a 60 i servizi accorpati o eliminati dalle piattaforme. Adesso è il turno di picasa, integrata in Google Drive, mentre saranno accorpati anche Places Directory (il programma smartphone che ti permetteva di trovare luoghi interessanti a seconda della posizione GPS in cui ti trovavi, adesso lo stesso servizio è reperibile su Google Maps) e lo strumento Features +1 per gli sviluppatori, che potranno utilizzare in alternativa gli strumenti di Google Analytics.


domenica 30 settembre 2012

guerra brevettuale, mon amour

Eric Schmidt, chairman di Google, in occasione del suo viaggio in Corea del Sud per la promozione del Nexus 7 (nuovo prodotto di punta Google nel settore tablet), ha confermato il pensiero politico dell'azienda nei confronti della vera e propria "guerra" dei brevetti: questa reca solo danni e, in questi casi, rallentamenti nel sistema dell'innovazione aziendale e limitazioni nella scelta del consumatore finale. La dichiarazione rappresenta una lieve stoccata nei confronti dell'azienda nemica/amica Apple, che proprio con la coreana Samsung a fine Agosto ha ottenuto una delle vittorie più schiaccianti che farà anche storia giuridica negli anni a venire; in particolare sono stati oltre 200.000 brevetti ad essere stati rilasciati negli ultimi anni e 17 volte il robottino androide è stato condannato per aver copiato brevetti altrui, 13 appartenenti proprio alla mela.

Il 14 settembre era proprio uno dei fondatori della Apple a tuonare contro la sentenza milionaria della Apple: Steve Wozniak, infatti, odia a morte la questione brevettuale, e ai ragazzi di Bloomberg ha spiegato la sua concezione di mondo in cui la gente realizza tranquillamente le sue invenzioni con le invenzioni degli altri - come nella visione di Schmidt- per far avanzare senza freni l'innovazione tecnologica. Chissà se nel frattempo sia stato accontentato dalle prestazioni dell' iPhone 5, soprattutto per quanto riguarda la fotocamera integrata: sotto questo punto di vista, a quanto pare, il Galaxy SIII e la Razr della Motorola sono meglio di quella dell' iPhone 4S.

lunedì 10 settembre 2012

Glassgate conclusa e nuove batterie al litio flessibili

E' Sempre l'iPhone 4s a finire nel mirino dei consumatori, sia nel bene che nel male: quella che è stata denominata "Glassgate", ovvero la Class Action basata sulla funesta statistica secondo cui l'82% degli schermi Apple si rompa con troppa (sospetta) facilità, è giunta al termine con la sentenza del giudice di San Josè Davila. La ragione è dalla parte della società di Cupertino in quanto è normale che un prodotto di questo tipo si possa rompere; il giudice Davila,inoltre, ha stabilito che la class action portata avanti dalle associazioni dei consumatori non abbia fornito alla corte prove rilevanti per effettuare una sentenza positiva nei loro confronti, anche se dal sito della casa madre si possa leggere che il prodotto risulta essere "30 volte più duro e 20 volte più rigido della plastica".

E sei dogmi dei futurologi decretano che l'elettronica del futuro dovrà essere alquanto elastica, l'azienda sudcoreana LG non si fa cogliere impreparata: una nuova generazione di batterie al litio "flessibili" sarà in futuro prodotta e destinata ai consumatori: negli esperimenti mostrati al pubblico i ricercatori hanno caricato con questi primi prototipi un iPod Shuffle e acceso uno schermo.

martedì 4 settembre 2012

Falsi Like, Tablet militari, Bruce Willis vs iTunes e hacktivisti

Gli Hacktivisti tornano alla carica, e stavolta prendono di mira l'FBI. Pubblicato un file curioso sulla piattaforma Pastebin: un file, NCFTA_iOS_devices_intel.csv, sottratto dal computer Dell Vostro appartenente all'agente federale Christophe Stangl (supervisione nella Cyber Action Team) e contenente oltre 1 milione di identificativi unici UDID di altrettanti utenti Apple. La domanda che sorge spontanea è "perchè mai l'FBI tiene questo tipo di informazioni, e perché Apple cede così la privacy dei suoi utenti?" A molti verrebbe subito chiara la risposta, ovvero identificare più facilmente certi soggetti che partecipano a certe manifestazioni come la recente Occupy Wall Street.

Nel frattempo aria di controllo in casa Samsung sul territorio cinese, nel particolare un'azienda che si occupa della costruzione hardware dei suoi prodotti. L'azienda in questione è la HEG Electronics, accusata dagli attivisti di China Labor Watch (CLW) di sfruttare dei lavoratori minorenni. I vertici del colosso si sono azionati mandando degli ispettori che hanno avviato un controllo a tappeto di tutte le risorse umane e interrogando gli operai che stanno compiendo ancora degli studi. Il risultato è che non vi è nessun minorenne a lavoro ma ci sono delle condizioni lavorative esasperanti, come oltre nove ore di straordinari alla settimana e nessun controllo sanitario; per queste ragioni Samsung ha intimato all'azienda di rivedere immediatamente la politica lavorativa interna, pena l'annullamento di ogni contratto lavorativo.


Perché il popolare attore Bruce Willis si è incazzato con Apple? A quanto pare i quotidiani britannici The Sun e Daily Mail hanno pubblicato la notizia riguardante una possibile denuncia dell'attore in merito al contratto iTunes, in quanto l'attore non possiede il diritto di trasmettere la sua collezione di file musicali su iTunes ai propri figli. Perché? La risposta è semplice: l'utente che compra musica sulla piattaforma musicale della mela possiede solo il "diritto di ascoltarla", non possiede direttamente il file, e proprio per questo da contratto l'utente non può dare il diritto di trasmissione del file ad un soggetto terzo.
Tuttavia, la stessa moglie di Willis nel suo profilo Twitter ha smentito la notizia, ma la polemica rimane.

Il Security Team di Facebook rimane sempre vigile riguardo al problema dei "falsi like" sul social blu. I falsi like in questo caso corrisponderebbero a spam puro, e inoltre favorirebbero delle pagine rispetto alle altre in maniera fraudolenta; il fenomeno del likejacking tuttavia sembra essere smorzato dal nuovo algoritmo elaborato proprio dal gruppo sicurezza, che permetterebbe l'eliminazione di tutti quei "like" che sarebbero riprodotti in maniera automatica. Già nel passato si sono verificati degli episodi simili a scopo di lucro, come quello della società Delaware Adscend Media che aumentava i propri like per aumentare le pagine promettenti la visione di "contenuti incredibili". In atto di processo la stessa società ha patteggiato per 100.000 dollari.

E in Russia stanno per scendere in campo le nuove tavolette militari con sistema operativo Android, modificato ovviamente per l'occasione togliendo di mezzo le comunicazioni di servizio verso i server Google e l'impossibilità di scaricare applicazioni terze.
Il Tablet e relativo sistema operativo modificato è stato prodotto dalla società russa NRNU MiFi, che produrrà anche una versione dello stesso tablet per civili, ma con la differenza che le applicazioni saranno scaricabili solo da un "market interno" e non dal Google Play ufficiale; nel frattempo nello stesso Google Play è sparita nuovamente l'applicazione GrooveShark che permetteva la possibilità di uno streaming musicale online. La stessa applicazione era già stata cancellata e successivamente ripristinata poiché mancavano i diritti di licensing di molti brani musicali.

lunedì 3 settembre 2012

arresto per Gottfrid Svartholm, chiusura di FileSonic e FinFisher

il tempo delle manette è scattato anche per l'ultimo dei 4 "pirati" che contribuirono alla nascita del tracker BitTorrent più famoso di tutti i tempi: The Pirate Bay. Oggi è stato arrestato a Phnom Penh dalle autorità cambogiane Gottfrid Svartholm, e a quanto si sta ricostruendo sui forum di tutto il mondo (almeno quelli considerati attendibili) il programmatore sarebbe stato rintracciato grazie ad un colloquio effettuato con Kit Hargreaves per conto di una società informatica; un lavoro tuttavia durato poco poichè lo stesso Svartholm ha forti problemi di droga.
Attualmente si trova sempre in Cambogia, in condizioni non proprio ospitali, e si sta cercando di formalizzare un accordo tra la Svezia (la nazione in cui è avvenuto il processo per pirateria a carico dei quattro e che ha spiccato il mandato di arresto internazionale) e la Cambogia.

E chiude anche i battenti come effetto domino FileSonic, la piattaforma di condivisione file gestita da una società delle isole Seychelles, la Renovatio Management Limited. Il cyberlocker era tra i primi 10 servizi più utilizzati al mondo e da oggi il dominio .com risulta inaccessibile a livello planetario. Tutta colpa di un'operazione a livello DNS che ha tranciato di netto tutti gli accessi verso la piattaforma, ma come dimostra un grafico elaborato dalla società Alexa sembra che il crollo di visitatori verso la piattaforma di condivisione file (sulla falsariga di Megavideo) sia avvenuta prima del taglio dei ponti DNS.

Non se la passano neanche bene i tecnici della società britannica GammaGroup, quelli che hanno sviluppato gli strumenti spyware/trojan utilizzati anche dai regimi arabi: a quanto pare è stato rubato recentemente una copia dimostrativa del loro ultimo prodotto chiamato FinFisher, uno strumento che permette oltre il controllo da remoto di smartphone anche la registrazione di conversazioni e il caricamento instantaneo su server designati. Un prodotto niente male che i tecnici assicurano essere "limitato" per via della sua natura dimostrativa; non dello stesso parere gli esperti di sicurezza impegnati nel recupero e nel rintracciamento del prodotto attualmente in mano sconosciute che, stando ai primi risultati, risultano già operativi e "non proprio" ad azione limitata.

In Cina torna in libertà l'attivista cinese Wang Xiaoning, che nel lontano 2002 scrisse una serie di articoli contro il Partito Comunista tra cui la frase "Senza un vero sistema multi-partitico, elezioni libere e separazione dei poteri sono solo parte di riforme politiche del tutto fraudolente". La moglie Yu Ling è stata vicina al marito in tutti questi anni, denunciandone anche i maltrattamenti in carcere, e proprio in questi anni ha raccolto molte prove che giudicano il portale Yahoo! come collaboratore nel processo di identificazione di Xiaoing; l'attivista allo stato attuale non potrà godere di diritti politici per altri due anni.

In gran Bretagna la BBC ha stretto accordi con Google per permettere il supporto Flash nell'ultima distribuzione Android, Jelly Beans, grazie all'utilizzo di un plug-in che gli utenti potranno scaricare dal Google Store e installare sui propri dispositivi; mentre esistono problemi di sicurezza per Sun visto che Adam Gowdiak, ricercatore di Security Explorations, ha trovato un bug all'interno della patch rilasciata nei giorni scorsi: in combinazione con altri bug segnalati nello scorso Aprile si potrebbe aggirare i meccanismi di sicurezza della sandbox e penetrare nel sistema. La prossima update è prevista il 16 Ottobre 2012.

domenica 2 settembre 2012

update Java, social d'emergenza e dubbi pubblicitari...

L'azienda di Java, la Sun, ha rilasciato nei giorni scorsi una patch che risolve alcuni problemi strutturali del pacchetto Java, visto che alcune società di sicurezza informatica avevano informato utenti e aziende dell'esistenza di alcuni bug che permettevano l'organizzazione di attacchi "zero-day"; situazione talmente pericolosa che Mozilla stessa consigliava gli utenti a "disattivare la Virtual Machine per rendere i PC più sicuri". In definitiva sono state risolte oltre al problema principale altre tre piccole falle, ma dagli esperti del settore si è alzato un coro unanime nell'indicare l'atteggiamento scorretto di Sun, accusata di immobilismo e di ritardo nel risolvere una situazione che conosceva già da mesi.

In Giappone l'Agenzia per la gestione delle emergenze, dopo aver visto l'uso e l'utilità dei social network durante le situazioni di crisi, sta prendendo accordi con il capo di Twitter in terra nipponica James Kondo e con altri giganti del settore come Yahoo!, Mixi (un social molto attivo nello stesso Giappone) e Line, una gestore di chat di gruppo. L'eventuale gestione congiunta social dovrebbe attivarsi immediatamente appena si verifichi il bisogno immediato di condivisione delle informazioni utilizzando la WiFi di supporto, e i trend relativi ai singoli individui saranno messi subito in evidenza: ad esempio tramite l'hashtag #survived l'utente indicherà il suo stato di salute e la sua attuale posizione.

Nel frattempo l'advertising ha dei nuovi strumenti a disposizione, almeno nel mondo di Facebook: già preso di mira dagli attivisti riguardante la privacy degli utenti, alcuni di essi affermano che lo strumento denominato "Power Tool" utilizzi impropriamente i dati degli utenti per strutturare una pubblicità fatta su misura per gli utenti. La domanda è come funziona questo strumento, e dove trova le informazioni per svolgere questo lavoro? La risposta di Menlo Park non si è fatta attendere: Power Tool non va ad intaccare la privacy di nessuno ma sfrutta soltanto i dati che l'utente decide di autorizzare a trattare.
Stesso meccanismo del rivale Twitter, che studia la pubblicità mirata studiando i tweets dei singoli utenti, nonché le tipologie dei propri followers e le persone che egli stesso sta seguendo.

Ed è proprio Twitter che attua un radicale cambiamento nei suoi meccanismi aziendali (alcuni la bollano come la mossa finale della sua strategia autarchica"), visto che a breve entrerà in vigore un programma, il " Twitter Certified Products Program" che assegnerà un marchio di garanzia alle applicazioni basate sulle sue API. In pratica ci sarà una sorta di smistamento tra gli sviluppatori, e chi si meriterà il certificato di garanzia di Twitter avrà una visibilità garantita all'interno del social, un "premio" che attesterà il fatto che lo sviluppatore non sia andato "fuori" le politiche aziendali del fringuello.

E nel mondo tecnologico arriva una novità interessante, utopizzata inizialmente da Nikola Tesla e attuata da Intel: il chipmaker di Santa Clara sta sviluppando una tecnologia che permetterà la trasmissione e la ricezione di energia elettrica, con lo sviluppo congiunto dell' Integrated Device Technology (IDT). Il meccanismo alla base sarebbe l'induzione elettromagnetica, che si verifica quando il flusso del campo magnetico attraverso la superficie delimitata da un circuito elettrico è variabile nel tempo.

mercoledì 22 agosto 2012

algoritmi vs reply girls!

Cambiamenti in vista per quanto riguarda gli algoritmi di indicizzazione su Youtube: scompariranno infatti i tag dei video. In realtà, fanno sapere dall'azienda, i tag continueranno ad esistere ma solo in forma privata, ovvero visibili durante il caricamento sotto forma privata. Questo è solo una piccola modifica dovuta ad alcuni fenomeni di "aggiramento" dell'indicizzazione manuale dei video ad opera dei soliti furbetti del quartierino digitali, o per meglio dire "furbette".

Infatti è nato da diversi mesi l'affare delle "reply girl", ovvero ragazze che mettono in risalto le proprie grazie per accaparrarsi l'interesse degli utenti e quindi salire il ranking in base ai click altrui effettuati. Per sistemare meglio il fenomeno e restituire un ranking più equilibrato i programmatori hanno aggiunto al codice altre variabili come il tempo effettivo di visualizzazione dell'utente, in modo da quantificare il reale interesse di quest'ultimo sul video visualizzato.
Perchè nasce il fenomeno "reply girl"? Su youtube si sfrutta un meccanismo stile "adwords", ovvero l'utente percepisce una percentuale di guadagno da condividere con l'azienda che ti mette a disposizione il servizio (Google), quindi se io clicco su un video di una reply girl vuol dire che aumenterò di una posizione il suo video poichè sarò uno dei tanti "possibili interessati" al contenuto del video, quindi è possibile fonte di guadagno per l'azienda e per la reply girl che crea il video.

I programmatori, tuttavia, richiedono esplicitamente ai creatori di video di continuare a riempire le caselle dei tag: allo stato attuale è la fonte migliore per l'applicazione degli algoritmi.

Timeline

la tecnologia Timeline, presentata dal sito di Menlo Park nel 2011 e imposta gradualmente ai propri utenti, sarebbe stata copiata da un'idea avuta da Xiong Wanli, laureato ad Harvard e attuale CEO di Cubic Network, un sito cinese che offre un servizio web simile a quello di Pinterest. A quanto pare l'atteggiamento di Facebook è stato tenuto sotto osservazione fino a questo momento da Wanli, visto che adesso sia interesso a passare per vie legali.

Il momento esatto del presunto scippo risale a quando Xiong presentò le sue idee durante una conferenza tenuta presso l'Università di Stantford, e secondo l'azienda cinese sarebbe determinante il fatto che l'introduzione della Timeline in Cubic Network risalirebbe al 9 Febbraio 2008 mentre la Timeline americana è stata introdotta due anni dopo.

Anche il nome "Timeline" sembra dar fastidio ad altri, come ad esempio i gestori di Timelines.org, dedicato alle ricostruzioni storico/sociologiche: in pratica, se su Facebook gli utenti mostrano la loro evoluzione digitale all'interno del social network, su Timelines.org condividono argomenti e materiali di carattere storico. Secondo l'accusa Facebook distoglierebbe l'attenzione (e utenti) dal loro sito grazie all' omonimia dei due nomi.

giovedì 24 maggio 2012

occhio alla Borsa!

cara Facebook, non era proprio il matrimonio in borsa che ti aspettavi.
L'evento informatico-mondano che ha tenuto gli investitori (e i programmatori) con il fiato sospeso è stato il momento in cui Zuckerberg risuonava la campana, ufficializzando così l'entrata in Borsa del Social Network più amato dai teenagers, più odiato dagli attivisti per la privacy, più o meno incuriosito filosofi e sociologi e con cui le start-up informatiche hanno trovato un mercato totale da colonizzare.

Purtroppo, come scrivevo sopra, attualmente non è tutta rose e fiori poiché ieri sono state formalizzate tre class-action (azioni legali collettive) contro l'azienda blu e contro le banche che hanno aiutato a formalizzare l'entrata a Wall street, nello specifico Morgan Stanley,e che la consigliarono ai propri investitori: infatti l'accusa sembra riguardante "il modo" in cui venissero fornite questi tipi di analisi, visto che secondo i promotori della class action vi era una sorta di clientela selezionata che usufruisse dei reali pareri degli analisti di Morgan Stanley.
Inoltre, pare che c'erano parecchi malumori rivolti contro la MS per via di problemi tecnici che hanno accompagnato quella giornata rallentandone le contrattazioni.




Facebook inizialmente valeva 38 dollari per azioni, ma la giornata di ieri vedeva quotata un'azione per 31 dollari: una differenza da poco per i profani ma poco rassicurante per gli addetti ai lavori proprio per la perdita complessiva di 20 miliardi di dollari, con la quotazione in chiusura che stentava un -18% sul valore complessivo di collocamento rispetto ai massimi raggiunti con 45 dollari ad azione (venerdi pomeriggio scorso).

Un grido dalla Russia l'avrà buttato l'oligarca russo Alisher Usmanov, che controlla il 5,5% delle azioni complessive dell'azienda di Palo Alto e che si è visto svanire 300 milioni di rubli. Non tutto è perduto, tuttavia, visto che il suo patrimonio complessivo vanta 20 miliardi e controlla il motore di ricerca russo Mail.ru (che detiene a sua volta il 2,3% di BigF).

Insomma, per l'azienda la risposta ufficiale è che queste azioni legali non hanno fondamenti reali. Stessa risposta data ad un'altra class action, avviata all'inizio di Maggio che vedeva imputata l'azienda di intercettare e di rivendere le informazioni degli utenti nel mercato dell'advertising: in questo caso sarà un giudice di San Josè a decidere se tutto questo abbia un senso o meno.
Intanto, auguri di buon matrimonio.

venerdì 18 maggio 2012

Knowledge

Ieri Google ha presentato tramite un post sul suo blog ufficiale (e re-postato in quello specifico sul search)"Knowledge Graph", il prototipo di quello che si programma essere come "progetto di ricerca semantica" in cui query e stringhe non sono più viste solo come un insieme di bit, ma veri e propri oggetti(things) collegati tra loro tramite una fitta rete di relazioni.

Tutto nasce nel corso degli anni precedenti, in cui l'azienda di Mountain View ha raccolto e immagazzinato dati derivanti dalle ricerche di ogni utente che ne richiedesse il servizio formando così un mostro di 500 milioni di things, organizzati secondo 3.5 miliardi di attributi.
Dal punti di vista grafico il progetto dovrebbe avere le stesse caratteristiche del design di Bing, in cui nella parte centrale dell'interfaccia vengono riportati i risultati della ricerca, mentre nella parte destra viene raccolto (in uno specchietto stile Wikipedia) l'oggetto della ricerca e messo in relazione con le informazioni legate a lui ritenute importanti, basate anche su quello che è stato ricercato dagli utenti passati e su quello raccolto dagli altri servizi Google, da Street View a Books, che potrebbe ritornare utile.

Nel post di presentazione si fa riferimento alla scienziata Marie Curie, e per sottolineare l'importanza delle relazione viene fatto l'esempio della famiglia di Matt Groening, i cui nomi sono stati poi riutilizzati per i personaggi del cartone che lo ha reso celebre in tutto il mondo.
Già le associazioni che proteggono i diritti dei consumatori hanno puntato il dito contro l'azienda, ponendo domande fondamentali come che tipo di discipline sono state utilizzate per la privacy: argomento ancora scottante, visto i controlli degli organi istituzionali competenti dopo "l'unificazione normativa" scattata a inizio Aprile.

L'informazione contenuta all'interno dei dati della ricerca è fondamentale, e la loro mole cresce di giorno in giorno costringendo anche gli sviluppatori ad aggiornare l'algoritmo PageRank snellendolo con le tecniche di "Panda" e l'aggiornamento a "Google Instant".
Adesso c'è concentrazione e sviluppo per far arrivare la versione mobile del grafo di conoscenza su dispositivi mobili.

giovedì 17 maggio 2012

scare!

Esiste un tipo di malware chiamato dagli esperti "ransomware" o "scarware".
Il neologismo deriva dai termini inglesi "ware" (riscatto) e "scare" (paura), chi ha la sfortuna di incontrare questo tipo di software si ritrova davanti una mail che gli "suggerisce" di pagare immediatamente una somma di denaro in merito ad un fittizio comportamento illecito da parte dell'utente nei confronti di un'azienda.
Ultimamente a dover farne i conti è stata la SIAE, costretta a smentire riguardo al coinvolgimento in questo tipo di "danno" nei confronti del semplice cittadino.

Un'altra azienda che ha dovuto fare i conti conil malware è stata la Symantec, costretta a difendersi da una vera e propria class-action avviata in California dal cliente James Gross, che aveva accusato l'azienda nel Gennaio 2012 di avere praticato delle scorrettezze commerciali.
Insomma, lo scareware si presenta come "portatore" di sventura su entrambe le parti, visto che la classica azienda non vuole assolutamente perdere la fiducia con i suoi utenti.



finestra di dialogo di "SpySheriff", che spaventava l'utente dicendogli di avere trovato file infetti nel suo pc.


lunedì 19 marzo 2012

contenuti online e futuro tablet M.

Contenuti online, una sorta di "oro nero" della nostra epoca. Quello che ti rendeva ricco ai tempi del Klondike di Paperone adesso rimane sepolto nelle banche, mentre la vera miniera d'oro è l'informazione. Nello specifico quello che rimane "impigliato" nella distribuzione dell'informazione, ovvero l'advertising.
Servizi come Google Adwords sono ormai fonti di guadagno per il singolo blogger, ma nelle strutture social e anche nelle compagnie dei grossi motori di ricerca la pubblicità viene tradotta come una vera e propria guerra a chi vende l'informazione più fresca e coltivabile nel cervello della gente.

Ormai il divide tra la carta stampata e i bit è stato superato tanto tempo fa: azzardo 2010 qui in Europa, ma in America già dal 2009 potevamo trovare esperimenti online; tutto questo a discapito di redazioni che non potevano permettersi l'avanzare del web (in Francia è stato famoso il "rogo dei giornali" in pubblica piazza di una testata che ha dovuto chiudere i battenti). Adesso troviamo due categorie di Internettiani doc pronti a contendersi le collaborazioni con le testate storiche: Facebook in primis, ma seguita anche da AOL e da Yahoo!.
Notizia vuole che proprio la gente, complice anche l'assuefazione di link social di cui siamo ormai tutti sottomessi, in pieno 2012 supera la cifra del 57% di informazione online: battuto Google News e Yahoo! notizie per colpa di una rapida controllata alla nostra bacheca? Sembra proprio di sì, a giudicare dal fatto che il trend sia proprio in rapido aumento rispetto alle cifre del 2011.

AOL corre ai ripari comprando l'Huffington Post, Yahoo! sfodera collaborazioni quando non è impegnata a fare querele contro Facebook con ABC News. Per correttezza c'è anche da sottolineare l'importanza degli aggregatori di notizie (veri e propri punti nevralgici nelle reti di questo tipo): 27% è la loro fetta, mentre il 32% va ai motori di ricerca.

Insomma, settimana ricca anche per la Apple che ha presentato l' iPad3 (subito ribattezzato dai fan scontenti dal nome iPad HD per via del nuovo display Retina) e anche per il futuro tablet Microsoft su cui sarà supportato Windows 8: i produttori hardware stanno facendo la fila per gestire la competizione, e su tutte sta spuntando la finlandese Nokia che ha ammesso di "stare lavorando su un tablet rivoluzionario per l'utente, che andrà a diminuire il numero di tap necessari per gestire la comunicazione uomo-macchina". La Lenovo, invece, sempre per bigM starebbe lavorando su un dispositivo basato su chip Intel, anche se secondo i quotidiani online ci sarebbero conferme su IdeaPad Yoga, il device presentato allo scorso CES che ha sorpreso per il design: uno schermo con tastiera pieghevole, fino a raggiungere la forma di un vero e proprio tablet.




sabato 7 gennaio 2012

Chiamatelo SOPA

Verso la fine del 2011, dall'America è giunta una nuova battaglia per disciplinare una volta per tutte le pirateria, tanto scomoda a chi di diritti d'autore ci vive. Al centro del ciclone vi è il nuovo disegno di legge chiamato con l'acronimo di SOPA, ovvero Stop Online Piracy Act. Tutte le multinazionali protagonisti del mondo IT si sono mosse contro questa politica, partendo dai chiarimenti in merito nel cyber-spazio e per sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle nuove misure che il Congresso americano sta vagliando in questo periodo.

In cosa consiste SOPA? tratto da Wikipedia.it

"Lo Stop Online Piracy Act (SOPA), anche chiamato H.R.3261, è una proposta di legge presentata il 26 ottobre 2011 alla Camera dei rappresentanti statunitense dal deputato Lamar S. Smith, rappresentante del Distretto 21 del Texas[1], e da un gruppo di 12 sostenitori.


Lamar Smith, il deputato del parlamento degli Stati Uniti che ha sviluppato il disegno di legge H.R.3261
La legge, qualora venisse approvata nella stesura proposta, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti; al momento (dicembre 2011) la legge è in discussione presso la commissione giustizia del Congresso degli Stati Uniti.
La legge permetterebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia ed ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d'autore. A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti (come, ad esempio, Paypal) d'intrattenere rapporti d'affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l'accesso al sito web.
La legge, qualora approvata, renderebbe lo streaming di contenuti vincolati da copyright un reato.
"

Insomma: i sostenitori di SOPA confermano l'idea che tutto questo serva per proteggere il diritto d'autore e mantenere il reddito che deriva dai profitti del copyright, mentre quelli contrari affermano che tutto ciò porterebbe alla paralisi di Internet facendo chiudere diversi progetti open-source che potrebbero dar noia alla multinazionale di turno.
Quindi basterebbe che un procuratore USA emani l'ordinanza di blocco agli ISP che risiedono in territorio americano (compresi anche i circuiti di pagamento), per buttare fuori da Internet i siti sgraditi.
sempre da Wikipedia:

"Il disegno di legge stabilisce anche un processo in due fasi per i titolari di diritti di proprietà intellettuale, al fine di garantire loro ristoro per i danni eventualmente arrecati da un sito dedicato alla violazione. Il titolare dei diritti deve prima informare, per iscritto, i servizi di pagamento ed i circuiti pubblicitari di cui si serve il sito; questi, a loro volta, devono poi inoltrare la notifica e sospendere i servizi di quel sito, a meno che il sito non fornisca una sorta di contro-notifica per spiegare perché non sia in violazione. Il titolare dei diritti può poi citare in giudizio il gestore del sito per alcune misure cautelative (contro di lui) se viene fornita una simile contro-notifica oppure se i servizi di pagamento o i circuiti pubblicitari non applicano la sospensione del servizio in assenza di una contro-notifica."


Il web, soprattutto quello nostrano, non è nuovo a queste situazioni. Ricordiamoci l'autocensura della sezione italiana di Wikipedia durante la discussione della legge-bavaglio (second edition) che il Parlamento stava vagliando. Attualmente la sezione americana di Google sta pensando di ristrutturare lo spazio per le ricerche web portandolo al nero-censura, mentre sulla piattaforma Tumblr sono apparsi già dei messaggi che illustrano i rischi che questo disegno potrebbe portare all'apparato centrale del sistema Internet. Reddit, ad esempio, potrebbe direttamente sparire proprio perchè gli utenti potrebbero postare dei materiali che le industrie dell'intrattenimento non potrebbero gradire.
Anche Mozilla ha deciso di contribuire per l'utenza finale sviluppando un addon per Firefox che permetterà all'utente di bypassare i blocchi DNS imposti dal disegno di legge. l'estensione, chiamata DeSopa, permetterà di instradare i vari IP verso dei router situati all'estero (sfruttando già la tecnica simile alle reti VPN e a MAFIAA Fire).



Nintendo e Sony, in prima linea a difesa di SOPA, hanno fatto marcia indietro visto quello che è successo con il registrar Go Daddy: i suoi utenti, per manifestare in maniera attiva il totale dissenso contro i vertici che appoggiavano il disegno di legge, hanno cominciato a migrare verso altre piattaforme facendo perdere il potere sul mercato del registrar stesso. Alla fine, resosi conto della reale potenzialità dei suoi utenti, Go Daddy decise di mare marcia indietro e di schierarsi dalla parte degli utenti.
Il columnist americano del New York Times David Carr citò la battaglia mossa dalle industrie per la distribuzione delle videocassette per ricordare un certo tipo di significato: se le industrie non si adattano all'evoluzione delle tecnologie, non possono far snaturare il progresso assumendo delle decisioni antiquate.