venerdì 18 maggio 2012

Knowledge

Ieri Google ha presentato tramite un post sul suo blog ufficiale (e re-postato in quello specifico sul search)"Knowledge Graph", il prototipo di quello che si programma essere come "progetto di ricerca semantica" in cui query e stringhe non sono più viste solo come un insieme di bit, ma veri e propri oggetti(things) collegati tra loro tramite una fitta rete di relazioni.

Tutto nasce nel corso degli anni precedenti, in cui l'azienda di Mountain View ha raccolto e immagazzinato dati derivanti dalle ricerche di ogni utente che ne richiedesse il servizio formando così un mostro di 500 milioni di things, organizzati secondo 3.5 miliardi di attributi.
Dal punti di vista grafico il progetto dovrebbe avere le stesse caratteristiche del design di Bing, in cui nella parte centrale dell'interfaccia vengono riportati i risultati della ricerca, mentre nella parte destra viene raccolto (in uno specchietto stile Wikipedia) l'oggetto della ricerca e messo in relazione con le informazioni legate a lui ritenute importanti, basate anche su quello che è stato ricercato dagli utenti passati e su quello raccolto dagli altri servizi Google, da Street View a Books, che potrebbe ritornare utile.

Nel post di presentazione si fa riferimento alla scienziata Marie Curie, e per sottolineare l'importanza delle relazione viene fatto l'esempio della famiglia di Matt Groening, i cui nomi sono stati poi riutilizzati per i personaggi del cartone che lo ha reso celebre in tutto il mondo.
Già le associazioni che proteggono i diritti dei consumatori hanno puntato il dito contro l'azienda, ponendo domande fondamentali come che tipo di discipline sono state utilizzate per la privacy: argomento ancora scottante, visto i controlli degli organi istituzionali competenti dopo "l'unificazione normativa" scattata a inizio Aprile.

L'informazione contenuta all'interno dei dati della ricerca è fondamentale, e la loro mole cresce di giorno in giorno costringendo anche gli sviluppatori ad aggiornare l'algoritmo PageRank snellendolo con le tecniche di "Panda" e l'aggiornamento a "Google Instant".
Adesso c'è concentrazione e sviluppo per far arrivare la versione mobile del grafo di conoscenza su dispositivi mobili.

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