mercoledì 31 agosto 2011

RealNetworks: ci vediamo in Olanda

I vertici di RealNetworks contro un webmaster 26 olandese, di nome Hildbrand Edskes. La colpa? gestire il sito locale Codepack.nl, dedicato alla condivisione di pacchetti software (soprattutto quelli con il download gratuito). E in particolare avrebbe messo a disposizione un collegamento verso uno specifico pacchetto freeware chiamato Real Alternative, un playerconsiderata una valida alternativa al fratello "ufficiale" prodotto proprio da RealNetworks: questa, secondo l'accusa, è una palese violazione del trademark che la società di Seattle possiede.
Quindi Edskes è accusato di aver permesso ai propri utenti di scaricare il software illecito, ma la sua difesa si è avvalsa della logica considerata ormai "classica", in casi come questo: in realtà il webmaster avrebbe concesso solo un link, senza aver sviluppato il software considerato illegale.
E qua ricade il punto: perchè prenderlsela con un ragazzo, quando il software "illegale" risiede in decine di server?
In totale le spese legali ammontano a circa 66mila dollari, che a quanto pare è stato aiutato finanziariamente dalla famiglia, mentre RealNetworks si era anche mossa per confiscare il computer al ragazzo. Una mossa considerata quasi esemplare e utilizzata in casi simili (come l'infermiera scozzese beccata con tonnellate di file mp3 nel proprio hard-disk e criminalizzata dai vertici delle associazioni discografiche).

Il link incriminato, infine, è stato rimosso da Edskes. Entrambe le parti adesso attendono impazientemente l'esito della corte olandese chiamata a pronunciarsi, e il ragazzo rischia uno multa di circa 200mila dollari.
RealNetworks che in passato è stata la protagonista di una disputa interessante con le major hollywoodiane, ovvero la MPAA: il software RealDVD (prodotto dalla Real) permetteva di realizzare copie di DVD-Video originali senza la protezione CSS, e questo alle major non andava bene, poichè secondo loro rappresentava una palese violazione del contratto che disciplina l'uso di questa protezione.
La parte chiamata in causa si difese accusando l'avversario di "inibizione della concorrenza", regolando un vero e proprio monopolio del mercato, e che la licenza CSS in questione non veniva infranta rendendo pienamente legittima la commercializzazione del prodotto.
E questa è un'altra storia.



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