lunedì 8 agosto 2011

Open source e istituzioni: work in progress

Negli ultimi tempi, notizie come l'hackeraggio di vari siti istituzionali (nostrani e internazionali) sono diventate normali quotidianità. Tuttavia, negli Stati Uniti c'è chi pensa ad "istituzionalizzare" gli smanettoni accaniti del computer.
Nello specifico "creare un ponte tra la community che si occupa di sicurezza e il governo": parole di Peiter "Mudge" Zatko, ex Black Hat ora impiegato come Program Manager presso il Governo degli Stati Uniti, nella DARPA( Defense Advanced Research Project Agency).
Ormai è netta la distinzione tra hacker e cracker, e far lavorare gli hacker nelle istituzioni potrebbe essere una sfida accattivante (anche se gli ultimi rapporti rivelano che spesso un hacker su quattro è una spia di un'altra istituzione o un componente di un organizzazione come gli Anonymous).

L'idea di Zatko è stata illustrata alla Black Hat Security Conference: l'attuale approccio alla sicurezza governativa e quella commerciale non è molto efficace allo stato attuale, o almeno non corrisponde alle aspettative create. Secondo l'ex Black Hat, allocare dei fondi governativi per dei collaboratori esterni e applicare una competizione sulla falsariga del Summer of Code potrebbero essere due fattori di svolta per inglobare e affinare delle potenzialità informatiche molto utili per delle eventuali cyber-war future o degli attacchi informatici che potrebbero risultare dannosi se non prevenuti in tempo. La tecnologia militare, se viene fusa con il software open source e con dei ricercatori singoli, potrebbero risultare un buon progetto sperimentale.

In questo contesto si collocano anche le ricerche per potenziare e sfruttare quell'enorme "mostro di dati" che si è creato con l'avvento dei social network, che nell'ottica DARPA rappresenta due risorse:

- risorsa per trovare informazioni;
- mezzo di trasporto per "armi" in scenario di guerra.

In passato, i mezzi di comunicazioni hanno supportato in maniera quasi indelebile ogni azione militare, soprattutto per controllare delle specifiche zone: i social network, nello scenario di guerra 2.0 e come dimostrato nelle rivolte di Egitto e Iran, hanno lo stesso effetto (ecco perchè l'ultima nazione citata ha lanciato un'enorme Intranet destinato al consumo interno della popolazione).
Per incentivare queste ricerche, la DARPA lancia 42 milioni di dollari destinati alla ricerca migliore presentata dai vari analisti e social media expert, in particolare sugli studi di flussi di informazione, opinion mining (un misto tra linguistica computazione e data mining) e analisi di topic trend.


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