venerdì 12 agosto 2011

In quel di Londra...

Scontri a Londra, e i social network secondo New Scotland Yard hanno "influito sui fatti di violenza verificatosi". Su questa affermazione nei giorni scorsi il Parlamento inglese si è concentrata, pensando seriamente al "blocco" proprio di queste reti.
Secondo David Cameron "il grande flusso di informazioni che permettono può essere utilizzato nel bene o nel male, e in questo caso è opportuno bloccare i social network". E per fare questo, in queste ore si starebbe preparando una strategia (contattando proprio tutti, dalle aziende del settore fino ai servizi segreti) proprio per ottenere questo obiettivo, giudicato determinante in casi come questo.
Le regole basilari della democrazia però impediscono il blocco degli account senza la decisione dei giudici, così come lo è sospendere il servizio intero. Così verrebbero puniti tutti quanti (per colpa di un utente su mille che usa il social network per scopi non convenzionali), e inoltre per avere notizie sul centro degli scontri bastava sintonizzarsi sulla BBC.
I social network incriminati in questa storia sarebbero due (tra gli altri): BlackBerry Messender e Twitter.

La seconda in particolare, tramite il suo co-fondatore, ha dichiarato di non voler chiudere nessun account dai suoi server. In queste storie la polizia e l'intelligence starebbero monitorando proprio i social network alla ricerca di notizie o di prove incriminanti, in particolar modo scandagliando anche servizi come TwitPisc, un servizio online di scambio immagini, in cui alcuni dei saccheggiatori avrebbero caricato foto della refurtiva, frutto dei saccheggi di queste notti.

E se dalla rete escono i "cattivi", i "buoni" non sono da meno: si stanno organizzando dei gruppi proprio per aiutare le persone in difficoltà e aiutando le autorità nella ricerca dei responsabili.

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