martedì 23 aprile 2013

La sicurezza secondo Microsoft

La nuova versione del Security Intelligence Report di Microsoft non lascia dubbi: il peggior nemico della sicurezza nei computer è l'utente stesso. Il rapporto, abbreviato SIRv14, analizza i dettagli e le varie statistiche sui trend che minacciano i propri sistemi operativi, e dentro questo è spuntata una percentuale interessante, il 24%, che quantifica definitivamente le macchine che ancora oggi non sono dotate di antivirus, antimalware o qualsiasi altra protezione contro vari pericoli informatici attualmente presenti in rete: in questo 24% sono presenti tutti quei computer che hanno una probabilità maggiore - circa il 5,5% - di essere colpiti da qualsiasi malintenzionato, dal semplice virus fino al rischio concreto di entrare in una botnet.



Il motivo di tanta pigrizia? Sostanzialmente la "poca voglia" di informazioni sul mondo high-tech, seguita dalla tendenza ad utilizzare le versioni di prova gratuite, i classici "trial" che scadono dopo un periodo limitato di tempo.
Il classico "trojan" perde posizioni, mentre avanza la cavalcata del "software indesiderato" che si autoinstalla nel computer (occhio ai banner che cliccate), da 27,5 arriva ad un sostanzioso 32,2.


Al primo posto di questa "classifica al negativo" vi è l'Egitto, con il 40%, seguito da
- India, 30%
- Russia, 29%
- Stati Uniti, 26%
- Sud Africa, 24%
L'Italia (stranamente) registra un risultato positivo, infatti la media dei sistemi infetti si attesta su 3,2 su 1.000 (la media globale è 6 su 1.000).

L'impegno di Microsoft sul fronte della sicurezza non si limita naturalmente al solo sforzo di analisi e classificazione statistica: la società di Redmond è pronta a salire sul carro dell'autenticazione a doppio fattore (opzionale) per gli account utente, un carro che già ospita Google, Apple e molti altri e che nel caso in oggetto fa rima con interoperabilità (almeno con Google) grazie all'impiego dello stesso standard RFC 6238. Per autenticarsi su un servizio remoto di Microsoft sarà insomma possibile impiegare anche una app per smartphone Android - e viceversa.(fonte: punto-informatico)

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