martedì 24 maggio 2011

C'era una volta, una multa...

Una storia, tornata alla ribalta in questi giorni, iniziò nell'ottobre 2007. Precisamente quando L'Unione Europea (con la Corte di Prima istanza), aveva riscontrato un "abuso di posizione dominante" da parte di Microsoft.
Successivamente, il mese di Febbraio 2008 non dovette risultare molto positivo per Microsoft: infatti, proprio in quel periodo la Commissione Europea annunciava da Bruxelles una sanzione contro l'azienda americana di 899 milioni di euro. Il motivo di questa era che non aveva rispettato i vincoli antitrust decisi dalla Commissione Europea, e quindi non aveva adempiuto alle richieste dell'Esecutivo comunitario.

Microsoft, quindi, avrebbe richiesto "prezzi non ragionevoli" ai competitor interessati alla documentazione dell'interfaccia dei "work group server" (protocolli che la Commissione aveva imposto a Microsoft di mettere a disposizione). Sulla stessa modalità di accesso si assistette ad una serie di "botta e risposta" tra L'azienda americana e la Commissione Europea.

In gioco vi erano le necessità della interoperabilità, "sulla quale la Commissione ha insistito molto e attorno a cui Microsoft ha sempre dichiarato di aver fatto e voler fare il massimo".
Il Commissario alla Concorrenza Neelie Kroes dichiarò: "Microsoft è la prima società in 50 anni di policy antitrust dell'Unione Europea che la Commissione abbia dovuto multare perché non ha eseguito quanto richiesto dalle decisioni antitrust. "Spero che la decisione di oggi chiuda un capitolo oscuro nella storia di Microsoft, quella di non adeguamento alla decisione del marzo 2004 della Commissione" - parlando della decisione antitrust- "e che i principi confermati dal Tribunale di Prima Istanza nel settembre del 2007 saranno alla base dei futuri comportamenti di Microsoft".
Quindi, essendo già stata multata altre volte dalla Commissione Europea, il totale delle sanzioni ammontava a 1,68 miliardi di euro.

Adesso questa storia torna alla ribalta grazie alle dichiarazioni di Jean-François-Bellis, il legale di Redmond, dichiara che la multa è "di gran lunga immeritata. Questo caso non sarebbe scoppiato se la Commissione fosse stata chiara rispetto alle tariffe che Microsoft avrebbe dovuto pagare come è stato con tutti gli altri termini di licenza proposti". Inoltre, sempre secondo l'azienda le linee guida per riparare agli errori sono insufficienti.
Quindi lo scopo, ovviamente comprensibile per un'azienda, è quello di ridurre la cifra.

Christian Riss-Madsen, partner dello studio legale O Melveny & Myers, afferma che la Corte d'Appello non cambierà la decisione della Commissione: la Corte d'Appello lascerà l'applicazione delle disposizioni stabilite. Tutto, infatti, riguarda l'ideologia che sta dietro la storia: questa è "il simbolo di una sfida tra le grandi aziende private e i regolatori comunitari".


Infine, un'altra storia: anche Intel si è rivolta al secondo grado di giudizio in riferimento a una multa pari a 1,06 miliardi di dollari imposta lo scorso anno da Bruxelles.

Ulteriori approfondimenti:
http://www.ft.com/cms/s/2/665962c4-85e3-11e0-be9b-00144feabdc0.html#axzz1NHAZ2C9u

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